L’ equilibrio “dare-ricevere” è una dinamica essenziale per approfondire le relazioni umane

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Dare e Ricevere, secondo gli Ordini dell’Amore, esige l’equilibrio come componente essenziale.

La percezione dell’equilibrio tra Dare e Ricevere non si forma attraverso valutazioni quantitative ma piuttosto è basato sul grado di soddisfazione rispetto a ciò che ci si scambia e che può essere anche di natura molto diversa. La dinamica Dare-Ricevere esiste prima di tutto fra genitori e figli, ed essa è rappresentata dal fatto che i genitori sempre danno ed i figli sempre ricevono. Questo è qui l’equilibrio. Qualora così non fosse per i figli che pensano di dover ricambiare i loro genitori, la coscienza percepirà un enorme disagio trasmettendo forte dolore nella vita di quei figli.

Un altro tipo di equilibrio tra Dare e Ricevere intensifica enormemente il legame di coppia.

L’equilibrio Dare-Ricevere è anche importante nei rapporti sociali come ad esempio fra soci in affari, oppure nelle relazioni politiche dove lo scambio di favori è la regola del gioco, ma questo equilibrio fra Dare-Ricevere è importante in ogni organizzazione sociale.

La coscienza vigila sull’equilibrio e quando si apre un debito dopo aver ricevuto da qualcuno, subito agisce sostenuta dalla spinta del senso di colpa. Così come all’accendersi di un credito per aver dato,il senso d’innocenza sosterrà nella coscienza un sentimento d’atteso contraccambio.

Spesso gli “innocenti”  pretendono di essere ricambiati e questa è una posizione di forza nelle relazioni la quale genera sofferenza nel sistema. “Dopo tutto quello che ho fatto per te …”

La dinamica Dare-Ricevere produce un tipo di coscienza che si forma crescendo e nella vita di relazione. Infatti, alla nascita il figlio conosce solo il Ricevere perché la prima relazione è con l’eterno Dare del genitore. Solo nell’età matura, con l’istaurarsi di nuove relazioni, si sperimenta l’equilibrio fra Dare-Ricevere.

Quindi possiamo dire che Dare e Ricevere nella loro armonia, sono alla base della nostra esistenza, il costante equilibrio nel voler dare e nel dover ricevere  genera il raggiungimento di un bilanciamento: ciò accade qualora chi riceve può dare a sua volta e chi dà riesce a ricevere. Può apparire un meccanismo automatico, ma implica alcuni interessanti livelli percepiti dalla  coscienza.

PRIMO LIVELLO: resta difficile ricevere dagli altri, perché ricevere corrisponde a sentirsi in obbligo di debito; si perde  la propria innocenza, si è obbligati verso il donatore e la libertà da questo vincolo si esprime in noi come dovere nel restituire. E’ più semplice non ricevere niente, in modo da non dover dare niente.

Secondo B. Hellinger  il tentativo di mantenere la propria innocenza ci porta però a non immergerci nella vita, mentre la vita richiede impegno e soprattutto partecipazione: chi rimane fuori dal gioco si esclude. Chi attua questa scelta potrebbe sentirsi migliore degli altri, più puro o superiore, ma nello stesso tempo sarà profondamente vuoto ed insoddisfatto.

Chi vuole essere innocente spesso diventa depresso, rifiuta in primo luogo il padre e la madre, essendo i primi che donano e in più non chiedono in cambio la vita che hanno dato, poi il rifiuto si estende anche agli altri rapporti. L’innocente si giustificherà dicendo che quello che gli viene offerto non è abbastanza, che chi gli sta donando è una persona pessima, che ha commesso degli errori imperdonabili, ecc.

Insomma ogni giustificazione per non prendere è buona, ma il risultato è evidente: non prendere per non voler dare porta a un congelamento ed a un vuoto considerevole.  Il freddo di questa immobilità potrebbe essere tranquillamente sciolto se si accettassero i propri  genitori così come sono,  prendendo tutto quello che ci possono offrire, cioè energia e felicità. Se io prendo dai miei genitori, posso prendere tutto quello che la Vita e il Mondo mi offrono, posso dare e ricevere in abbondanza, posso amare ed essere amato, posso sentirmi “al caldo”. Questo le costellazioni familiari ce lo mostrano chiaramente.

SECONDO LIVELLO:  Bert Hellinger chiama questa condizione “Sindrome del benefattore”, ed è la situazione di chi vuole dare più di quello che ha ricevuto. Questo possono farlo solo due categorie di persone: i genitori verso i figli e tutti coloro che, per la loro posizione sociale debbono prendersi cura di altri (insegnanti, tutori, infermieri, assistenti, medici, ecc). Chi, non trovandosi in queste due categorie, adotta il modo di pensare: “Va meglio quando sei tu a sentirti in obbligo, rispetto a sentirmi io in debito”,  induce un forte squilibrio nelle relazioni. In questi casi il  “benefattore” sarà spesso evitato e potrà sentirsi  solo, considerando gli altri come degli ingrati.

TERZO  LIVELLO:  L’equilibrio e l’armonia risiedono nello scambio, nel dare e nel ricevere reciprocamente , nel bilanciare le forze e la reciproca soddisfazione. Bert Hellinger suggerisce che lo scambio ci dona “una felicità non regalata, ma costruita”. Dopo uno scambio reciproco ci si sente apposto, liberi e felice di aver costruito nella pace.

QUARTO Livello: Infine quando non possiamo ricambiare abbiamo quella enorme possibilità di compensazione rappresentata dal ringraziare. In molte circostanze dire GRAZIE è l’unica possibilità di chi riceve per compensare. Persone in gravi situazioni di disagio come malattie, handicap, eventi inaspettati ed insormontabili, in condizioni di estremo bisogno hanno la possibilità di riconoscere chi loro da col cuore e ringraziare.

La parola Grazie fa scattare in noi profondi e straordinari meccanismi emozionali, i quali ci uniscono ad un livello superiore.

Infine, quando ci troviamo a prendere qualcosa che non possiamo restituire in alcun modo, malgrado le nostre buone intenzioni, o la nostra volontà, quasi sicuramente sarà la vita con i suoi imprevisti ed eventi a generare qualcosa che costituirà in forma materiale quel “GRAZIE”. Ed è il caso, per esempio, dei figli quando a loro volta diventeranno genitori!

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